Luca Garzitto
L'autore della realizzazione scrive:
É iniziato tutto nell'agosto dell'anno scorso, quando mi sono messo in testa di progettare un giradischi. Man mano che procedevo ha iniziato a farsi strada anche l'idea di completare l'opera con il resto della catena audio. Ho iniziato perciò un'intensa ricerca sul web, fino a quando mi sono imbattuto sul sito della Lesahifi. Non ci è voluto molto tempo per capire che avevo trovato ciò che cercavo: chiarezza, qualità dei materiali, accessibilità anche per chi, come me, ha una preparazione nel campo dell'elettronica che definirei al massimo scolastica.
Inoltre, mi sia concesso, il tutto è made in Italy.
Solo dopo, ed è stata una magnifica sorpresa, ho scoperto che oltre a queste qualità avrei aggiunto anche l'eccellente assistenza post-vendita (grazie Antonio e tutto lo staff!).
Dopo un rapido scambio di mail, l'arrivo del materiale (kit completi): l'Archimede Gold per il giradischi, il Newton Gold per la preamplificazione di linea ed il finale, l'Hawking Gold.
Nel progetto ho optato per la separazione fisica dello stadio di alimentazione, scelta che divide gli appassionati ed esperti del settore tra favorevoli e scettici. Ho quindi dedicato un case a se stante per l'alloggiamento di trasformatori, alimentatore, scheda di controllo del motore del giradischi, raddrizzatori per le ventole di raffreddamento esterne (silenziosissime) delle Kt88 . Ciò comporta qualche grattacapo in più, determinato in particolare dalla gestione dei cavi e dalle relative connessioni, che devono garantire in primis la sicurezza, viste le tensioni in gioco. Dall'altra parte però penso di aver minimizzato i rischi di interferenze generate dai campi magnetici dei trasformatori. Inoltre la delocalizzazione dell'alimentazione mi ha consentito una maggiore libertà nell'assemblaggio e la possibilità di integrare in un solo case l'Archimede ed il Newton.
Va da sé che la qualità (e, di conseguenza, i costi) di cavi e connettori è di fascia alta e la disposizione dei componenti ne minimizza la lunghezza.
Quando le prime note sono uscite dalle casse ho avvertito una sensazione di completezza mai provata prima. Ho letto molti articoli in cui si disputa su chi, tra valvolare e stato solido, rende meglio, ma quello che stavo ascoltando ha cancellato ogni dubbio. Ho finalmente sperimentato cosa significhi la profondità del suono, ho percepito dettagli di cui in anni di ascolto con un pur onesto stato solido non mi ero neppure accorto. Ho apprezzato la chiarezza delle frequenze alte e la piacevole sensazione che i bassi, corposi ma mai invasivi, vibrino non solo nelle orecchie.
Il tutto senza ronzii che spesso e volentieri vedo citati tra i difetti ricorrenti dei sistemi valvolari. E senza il temutissimo loop di massa, la cui insorgenza era diventata per me quasi un incubo, poi rivelatosi inconsistente.
In allegato la presentazione del progetto.
Luca Garzitto"
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